Ero indecisa se pubblicare o meno questo pezzo di Stefano Zambelli (laureato in scienze motorie, MFS USA, Personal trainer e owner del centro Individual Training Bergamo) che era originariamente l’introduzione scritta per il precedente articolo che avevamo deciso di tagliare per non “annoiarvi”…;)
L’ho ripescato perché credo presenti spunti di riflessione molto validi e con una visione differente e molto critica.
Lasciamoci stimolare dalle parole di Zambelli orbene!
Chiariamo subito un punto, che i vari social hanno diffuso e ripetuto in un infinito tam-tam: se sei fuori forma e sovrappeso, alcuni giorni “fuori dieta” come quelli delle festività natalizie appena trascorse ti hanno lasciato tale e quale. Se sei in forma, a dieta da sempre e con un allenamento praticamente giornaliero, alcuni giorni “fuori dalla palestra” non hanno influito!
Questo a livello fisiologico e fisico… la “testa” è un’altra cosa.
La testa ha sofferto prima, durante, dopo le feste. Ognuno reagisce in vari modi, a seconda che abbracci il fitness come passione, come fissazione o come ossessione: il confine tra i vari “stati” è sottilissimo.
In generale si assiste ad uno stato d’ansia dilagante nell’affrontare le palestre chiuse (per tre giorni) e le tavole ipercaloriche (per cinque giorni: vigilia, Natale, Santo Stefano, Capodanno, Epifania). Rimangono 360 giorni di alimentazione precisa (da “sana e pulita” a “controllata” a “maniacale”.
Eppure “la testa” non vuole saperne… qualcuno indossa scarpe e tuta ginniche solo in queste occasioni “perché ha tempo”, altri cercano disperatamente un club aperto nelle vicinanze perché il loro è “inspiegabilmente” chiuso.Pensate che possa influire veramente sulla resa atletica ? Sull’aspetto estetico ? Sulla “tartaruga”? Obiettivamente è difficile pensarlo. Eppure…!
Con Gennaio poi ci si scatena anche chi non è nel “girone” (infernale?) del fitness giornaliero e vorrebbe entrarci: “da gennaio palestra”; “da questo mese fine a giugno dieta ferrea”!; “da oggi mi metto in riga: palestra, dieta, personal trainer, piscina, zumba, tarocchi, pozioni magiche… allevamento animali da cortile”.
Ogni settimana vengono pubblicati libri, articoli, partoriscono spazi in trasmissioni su miracoli dietetici eppure DIETA significa “STILE DI VITA”, ma pare che non sia più così.
Ognuno di Voi ne avrà provata ed “abbracciata” una. O più di una, pronto a giurare e a “spergiurare” che funzioni. O che ha funzionato, per poi aggiungere un elenco sterminato di scuse sul perché non ha continuato. Nel breve periodo quasi tutte funzionano: ogni “dieta” è di per se ipocalorica e con un controllo dei cibi ingeriti, rispetto allo stile di vita medio di chi inizia a seguirla, quindi va da se… E’ nel medio lungo periodo che “falliscono” miseramente e fisiologicamente.
La composizione corporea peggiora rispetto alla situazione pre-dieta quando si riprende inesorabilmente il peso perso (la stragrande maggioranza di chi ha seguito una o più diete). Tradotto: durante la dieta si perdono acqua, muscoli e grasso (forse). Riprendendo il peso si accumulano acqua e grasso (muscolo solo se ci si allena in modo specifico). Quindi post-dieta: peso corporeo uguale ma più grassi/gonfi.
Ma al giorno d’oggi mangiare e nutrirsi appare molto complesso. La nostra cultura alimentare sembra essere diventata estranea a se stessa: l’uomo non è più ciò che mangia, non sa più cosa mangia e neppure perché mangia.
Sono scaturite quindi tutte le varie “panacee” sfociando in “integralismi” alimentari sempre più marcati, distinti in fazioni litigiose e agguerrite. Uno scontro ormai quotidiano su tutti: carnivori-paleolitici Vs vegani, che spopola nel web a suon di accuse e insulti. In generale la nostra società si sta trasformando in un insieme “creduloni” super informati: sappiamo un po’ di tutto ma la realtà (scientifica) ci sfugge da ogni parte; una sorta di paradosso della civiltà dell’informazione digitale (quindi facile, immediata). L’aumento delle conoscenze grazie al progresso tecnologico non ha favorito un atteggiamento più razionale e scientifico, ma un ritorno massiccio di credenze, luoghi comuni, miti, soprattutto alimentari (in M. Niola, “Homo Dieteticus. Viaggio nelle tribù alimentari”).
Anche in buona fede, perché a fronte del rapido accesso tecnologico alle informazioni i più non hanno le competenze necessarie per discernere il “vero” dal “falso”. Si moltiplicano le fonti di informazione ma diminuisce la possibilità di verificarne l’attendibilità. E torniamo alla CULTURA (ALIMENTARE) mancante. Alla faciloneria e alla credulità che poi genera i “credenti” delle varie “sette” alimentari: “vedere solo una cosa laddove ce ne sono tre o mille” (P. Valéry, in M. Niola, “Homo Dieteticus”, ibidem).
Allora cosa mangiare?
Rispondo così: la prima causa di aumento dell’obesità ? L’abbandono dei regimi alimentari tradizionali per abbracciare nuovi modelli di consumo alimentare, una sorta di “migrazione nutrizionale”.
Ci si interroga continuamente, soprattutto dentro le palestre su cosa faccia bene e cosa male, sulla miglior strategia per eliminare grasso e mettere muscoli, su cosa meglio fare dopo questi giorni di feste smodate (in totale, ripetiamo, 5 giorni non 50).
Quindi: allenamento, movimento e i tre classici pasti “colazione da re, pranzo da principe e cena da povero” possono essere una delle risposte vincenti.
Stefano Zambelli
Contatto Facebook: Stefano Zambelli o Individual Training www.individualtraining.it
Aggiungo che mi ha detto: “soprattutto scrivi che devono fare molto sesso che abbassa il cortisolo!!!”
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