Un fit esempio di forza e motivazione: Silvia.

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Ho chiesto alla mia amica Silvia Papazzoni di raccontarsi e spiegarci il suo modo di portare avanti una “vita fitness” pur avendo una vita “incasinata” e un lavoro impegnativo.

La reputo un vero esempio: donna con coraggio e grinta, non ha mai paura di essere se stessa e non si lascia abbattere da ciò che dicono o pensano gli altri, ma anzi, sfida i loro limiti e le loro critiche e vince.

Io, personalmente, vorrei dedicare questo articolo a:

  • coloro che come noi, hanno avuto o hanno tutt’ora, problemi col cibo e con la loro immagine interiore;
  • coloro che hanno paura di essere se stessi, di essere diversi, di uscire dai canoni imposti per spiccare il volo;
  • a coloro che continuano a criticare e ad abbattere le intenzioni o i piani/sogni/desideri altrui
  • a mio Figlio Giovanni.

Silvia, grazie per questo estremo gesto di generosità verso di noi. Grazie per queste parole. Grazie per non esserti risparmiata nel raccontarti.

Silvia’s Word:

Ho 29 anni, quasi 30 e sono entrata in contatto col mondo del fitness da ragazzina grazie a mia madre da sempre super fit.

Ho sofferto per 8 anni di svariati disturbi del comportamento alimentare, e il mio rapporto sano col fitness è iniziato a 23 anni quando ho finalmente chiuso la porta di questo capitolo della mia vita.

Lavoro da 6 anni per un noto brand di makeup, che è la mia altra passione. L’anno scorso ho ricevuto la proposta di partire per 6 mesi negli Stati Uniti come supporto ai nuovi team, e poi grazie alla mia azienda che me ne ha dato la possibilità ho deciso di fermarmi sull’altra sponda dell’oceano e ricominciare tutto da capo.

Nel 2013 sempre per lavoro sono andata un mese in Svizzera, sapevo che avrei passato un mese in albergo, lavorando più del solito e mangiando in un centro commerciale ogni pasto della mia giornata, quindi per automotivarmi a mantenere per quanto possibile le mie buone abitudini ho creato un account Instagram dove ho dato inizio alla mia #SwissChallenge, postando i miei pasti e i miei allenamenti per non perdere la bussola.

Quando ho deciso di partire per gli USA, sapendo che l’avventura sarebbe stata ancora più dura non solo per la durata estremamente maggiore ma anche perché mi sarei spostata ogni 10-15 giorni non avendo la possibilità di crearmi un minimo di routine, la #USAchallenge ha avuto inizio.

Quindi per 180 giorni ho postato pasti, allenamenti, progressi e anche regressioni a volte! Ma dopo 180 giorni posso dire a tutti quelli che mi dicevano “Tanto la non riuscirai a allenarti, mangerei male per forza, ingrasserai per forza” …ve l’avevo detto.

Non è stata una passeggiata, in certe location potevo mangiare solo in catene di fast food, quasi mai avevo una cucina, in vari posti non avevo modo di raggiungere una palestra, ma qualcosa mi sono sempre inventata.

Prima di tutto alzandomi presto la mattina. Alle 5, a volte anche alle 4. Non so mai a che ora finiranno le mie giornate quindi l’unico espediente possibile è allenarsi prima.

Palestra, corsa, power walking, circuiti bodyweight, tutto vale.

Secondo, cercando di mangiare sempre le cose più semplici. Pochi ingredienti riconoscibili. Innumerevoli insalate con pollo grigliato che sono sempre l’ancora di salvezza! Da quando ho finalmente una cucina a disposizione invece cucino in anticipo e mi porto tutti i miei pasti al lavoro, risparmiando tempo e denaro. Anche qui semplicità massima, petto di pollo o tacchino, tonno al naturale, uova, merluzzo o salmone, verdure, riso integrale, avena e patate dolci. Ricette? Padella antiaderente e un goccio d’olio e via andare. Stipo per bene la mia meal bag rosa shocking e sono pronta per le mie giornate senza fine! E soprattutto non rischio di non avere cibo sano se mi viene fame a un qualche orario strano.

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