Per molte di noi il cibo è davvero come dimenticare un ex: dobbiamo fare uno swich mentale e mettere al posto altro nel posto che occupava lui nella nostra vita.
Tutte noi passiamo il periodo di dipendenza da cibo. Più o meno lungo e con diverse modalità.
Anche io ho passato una fase in cui addirittura sognavo e programmavo i dolci e le schifezze che avrei ingurgitato il giorno successivo.
Lì ho capito che doveva cambiare qualcosa. C’era qualcosa giù di posto o che mancava dentro di me.
Che ho fatto?
È stato un lungo lavoro durato diversi anni e, ripensandoci, avrei potuto fare anche prima, ma avevo troppo caos in testa e dovevo sistemare troppe cose oltre a quella.
Ecco che ho fatto:
- FACCIO SPORT. Ho iniziato ad andare in palestra a 20 anni partendo dallo zero assoluto: facevo un corso di aerobica 3 volte alla settimana. Poi, dopo poco sono addirittura diventata istruttrice e ora non posso stare senza le mie 2 ore di attività quotidiane…ma altri discorsi questi.
- MI MUOVO. FACCIO. Riempio il mio tempo facendo, non mangiando. Studio, lavoro, lezioni, visite a città, lettura, corsi, scrittura, giri in bici, pulizie di casa, faccio mille cose con mio figlio, ogni giorno qualcosa di diverso e ovviamente sport.
- PIANGO. Ho iniziato a costringermi a piangere e a godermi il momento di sfogo e tristezza. Mettevo le cosiddette “canzoni laccio” (quelle extra nostalgiche e mielose, da cappio al collo) e mi ci crogiolavo 10′. Poi STOP però! Canzone carica e dai dai che si riparte.
- RICERCO PIACERI. Ricerco piccoli piaceri in ogni cosa d in ogni momento: la mattina amo svegliarmi presto per fare bici o correre e pensare ed ascoltare i miei pensieri da sola e poi colazione in silenzio. Dopo mi aspettano risate e coccole con mio figlio. Mi ritaglio 3 “momenti caffè” e lo ritengo una super coccola. Guardo siti di shopping on line e programmo i miei acquisti, anziché cosa mangiare… ecc…
- MANGIO CIÒ CHE MI PIACE. ogni giorno cerco di cucinarmi ciò che mi va e mi gusta proprio, così da essere soddisfatta pur mangiando sano e leggero. Perché si sa che sono iperattenta alla linea.
- MI CONCEDO STRAVIZI. Mangio cose fuori dal mio solito range solo quando lo DECIDO IO. Di solito 2 volte la settimana.
- HO CURA DI ME. Trovo modi per sentirmi più carina: mi faccio le unghie, mi metto il tacco, mi vesto in base a come ho voglia di sentirmi…
- DICO DI NO. Ho smesso di giustificarmi e di vergognarmi di rifiutare quando mi offrono qualcosa da mangiare. Questo mi è bastato per rifiutare senza bava alla bocca e senza che mi rimanesse poi la voglia di quella cosa anche perché ormai stavo meglio senza.
Quando nella mia vita si è instaurato un circolo virtuoso tra cibo, piaceri, emozioni, soddisfazione, non ho necessità di cibo. La mia mente non si rifugia lì. Ha tanto altro. Ecco potrei dire che cerco di riempire il mio giardino della testa con vari stimoli parcheggiati e al bisogno ne uso uno o l’altro.
Lo sport, tra tutte le cose che “utilizzo” per avere benessere, è la migliore e la più efficace a livello psicofisico: migliora decisamente l’umore, mi fa sentire in forma, mi permette di sfogarmi, mi rende orgogliosa, mi permette di impiegare il mio tempo in qualcosa che mi fa sentire realizzata e questo è tanto.
Credo che lo swich sia stato tra malessere e benessere: una volta che si intraprebde la strada del benessere che comprende cibo sano e leggero, movimento, volersi bene, nutrire il cervello, nutrire il cuore, volersi bene, è difficile tornare indietro.
Perché a quel punto ci renderemo conto di quanto stessimo male prima e quanto e come si possa realmente stare bene e vivere decisamente meglio e con più energia e voglia di fare!
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