Il runner e il feticismo della scarpa

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Ogni vero Runner ha un’affezione particolare alla sua scarpa quasi maniacale.

Io direi che potremmo tranquillamente definirla feticismo.

E’ vero o non è vero, Cara Collega Runner che se ti trovi bene con una scarpa non la cambi nemmeno se te ne propongono una gratis?

Parlando con tante di voi in questi mesi, mi sono resa conto che la parola Brooks Ghost usciva dalla mia bocca senza ormai più pensare.

C’era qualcosa di malsano.

Mi sono chiesta perché io, che tengo così tanto alla personalizzazione dell’allenamento, al consiglio mirato e su misura…consigliassi a tutte le stesse scarpe.

Beh, una risposta la ho. E più di una!

Le Brooks Ghost mi hanno permesso di ritrovare “la mia corsa perfetta”.

Dopo mesi di dolori, corse sofferte, rallentamenti, allenamenti per questo poco spensierati, mi hanno fatto godere una corsa liscia.

Senza più male alla gamba.

Volavo!

E se siete amanti del movimento quanto me…sapete benissimo di che parlo.

Per questo dico, ridico, scrivo e predico, che per una corsa ci sia bisogno solo di 2 cose:

  1. TESTA

  2. SCARPE GIUSTE

Tornando ai motivi per cui consiglio basically le Ghost, un altro è perché sono davvero affidabili e buone. Sia per la principiante che per la runner già navigata.

Perché?

Perché sono neutre, mediamente leggere, flessibili, ammortizzate il giusto, morbide, tengono la strada…insomma se dovessi trovare loro un difetto direi che sono “comode”.

Non è un difetto vero, ma personalmente non mi spingevano oltre. Facevo la mia corsa goduta, senza infamia senza lode, ma…COMODA!

Mi ero appoggiata, adagiata come il un uomo sulla poltrona appena sposato!

Così, lo scorso novembre, ho deciso che uno dei miei propositi per il 2018, fosse quello di sperimentare tante tante scarpe da running per uscire dalla zona comoda.

Non è facile per un runner cambiare scarpa.

Non è facile proprio per tutto ciò che ho detto sopra: la scarpa decide la corsa.

Se sbagli scarpa ti puoi fare male.
Puoi fare una corsa moscia.
Puoi cadere.
Puoi sentirti appesantito.
Puoi rimetterci tempo.
Puoi rallentare il tuo tempo.

Bene, cosciente di tutto ciò, mi sono detta che d’altra parte con una scarpa diversa avrei potuto anche migliorare la corsa.

Avrei potuto sperimentare altri modi di correre.

Avrei messo alla prova il  mio corpo.

Avrei potuto davvero capire se conta così tanto una scarpa.

Perché poi mi chiedevo:

in Kenya, in Jamaica corrono sin da bambini e non stanno di certo a guardare la scarpa e però…vincono spesso e volentieri.

Ok sono fortunati per quel verso!

Ho iniziato prima di gennaio i test. Io se decido mi butto.

Ne ho già provate 2 e sto per provare la terza.

Che vi dico?

Che ho fatto bene e continuerò. Conto di provarne almeno altre 3 nel 2018.

La prima è stata la Nike Zoom Fly. Ad oggi la migliore che io abbia mai usato in 16 anni di “carriera”.

Ecco diciamo che ha preso nettamente il posto della Brooks Ghost e sto davvero facendo fatica a correre senza di lei!

E’ tornato il feticismo vedete, nessuno è immune!

Con lei faccio corse diverse, divertenti, inaspettate, ogni corsa scopro qualcosa della scarpa e del mio modo di correre.

Sono scarpe strane, calzata e rullata differente da ogni altra.

Subito loro tendono a gestire la tua corsa, poi, conoscendole impari a domarle e dominarle.

Davvero, sono speciali per me.

Leggere. reattive, propulsive.

Difetti…poco stabili e possono dare male alle ginocchia perchè spostano la postura avanti.

Ho provato le Asics Noosa…mmm no! Bellissime. Le più belle sul mercato. Ma per me troppo rigide e poco reattive. Sto piantata. Ho preso un modello vecchio attenzione, magari ora sono migliorate.

ad ogni modo voglio rimettermi in discussione con loro.

Le uso per allenamenti in palestra in cui faccio molti salti. Vediamo se saprò sostenere meglio i prossimi running con loro.

Sto per provare quelle che dicono essere scarpe rivoluzionarie: la Nike React.

Non dico ancora nulla su di loro perché devo ancora correrci. La calzata non mi ha entusiasmata come le Zoom Fly. Dicono però siano ancora più reattive. Vedremo!

Conclusioni ad oggi:

  1. il runner fatica a cambiare scarpa perché è davvero un investimento: soldi, tempo, corse, salute, tutte cose che vengono messe a rischio;
  2. oggi saprei consigliare meglio di 4 mesi fa, perché ho sperimentato sul mio corpo;
  3. non ho più paura di cambiare scarpa perché ho capito che posso fare “incontri speciali”, ho persino migliorato il mio tempo;
  4. non mi va di cambiare scarpa perché con quella che ho mi diverto da impazzire e mi godo la corsa da morire;
  5. mi va di cambiare scarpa perché magari scoprirò che posso persino battere la Flanagan!!!

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