Forma fisica: benessere o ossessione?

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Qual è il confine tra la ricerca della forma fisica per benessere o per ossessione?

Il domandone!

Come sempre, vi parlo della mia esperienza e del mio punto di vista.

Parto dalla risposta:

IL CONFINE CE LO DA LA TESTA.

Come per ogni altra cosa la testa comanda e dirige tutto. A nostro favore o a nostro sfavore.

Se ci rendiamo conto che qualcosa ci sta sfuggendo di mano, ALT! Razionalizziamo. Analizziamo.

Solitamente l’eccessivo controllo lo da la paura. Paura di non riuscire a controllarsi appunto.

Paura di perdere le redini della situazione.

Paura di perdere ciò che si ha.

Paura di NON RIUSCIRE.

Se abbiamo tutte queste paure significa che:

  1. Non ci fidiamo di noi stesse
  2. Temiamo noi stesse
  3. Non padroneggiamo la situazione

E il tutto deriva dal non avere il controllo della testa e non aver ben chiaro cosa ci serva per:

  • raggiungere il nostro obiettivo,
  • mantenere il nostro standard,
  • rimediare ad eventuali perdite di controllo.

Negli anni post bulimia (leggi anche Bulimia: uno di più utili momenti brutti della mia vita) mi ero accanita, davvero ossessionata dal fitness, da diete, da seguire schemi ben precisi perché in tal modo ero certa che mi sarei almeno mantenuta come circa volevo essere.

Ho provato diete e allenamenti di ogni genere.

Cercavo sempre di “stare più magra” per sicurezza, così avevo margine.

Poi troppo magra non mi piacevo oppure venivo criticata, allora mangiavo di più o rallentavo con lo sport.

Conseguenza: ero un mini yo-yo. Avevo vestiti che mettevo solo quando ero estremamente magra ed altri che mettevo quando ero “normale”.

Cercavo di riprendere peso per accontentare gli altri.

Anzi per farli stare zitti.

Facevo tanto sport ma ne dichiaravo meno.

Mi sono resa conto di avere un problema.

Il mio problema aveva le radici nell’insicurezza che si manifestava nella la paura del giudizio e nel non saper gestire sport e alimentazione in maniera costante, quotidiana, tranquilla, serena.

SENZA ECCESSI.

Ho capito che innanzitutto dovevo capire come volevo essere fisicamente.

COME MI PIACEVO IO.

Non come sarei potuta piacere agli altri senza subire sguardi, domande o critiche.

Ho capito che dovevo analizzare meglio la mia situazione. Le conoscenze le avevo. Dovevo essere più razionale e utilizzarle anche con me, non solo per gli altri.

Sapete, a volte credevo che le istruzioni, consigli, direttive che davo, potessero funzionare solo per le altre.

Con me no.

Poi ho capito che non avrebbero mai funzionato se non avessi impiegato energie e testa per farle funzionare.

DOVEVO CREDERCI E PROVARE A FARE COSE FUORI DALLE MIE ABITUDINI DA FISSATA.

Mi si è aperto un mondo Ragazze.

Ho capito che se non mangiavo mai le cose che mi offrivano, oppure ad una cena sceglievo di ordinare branzino anziché frittura, non era per paura di perdere controllo o la linea, anzi facevo così perché io SONO COSÌ.

Per me è inutile mangiucchiare o fare una mangiatazza quando non ne ho voglia, quando non me la gusterei realmente.

Preferisco essere io a sentire quando ho proprio voglia di mangiare quel qualcosa in più o qualcosa che si discosta dalla mia alimentazione pulita.

Il controllo che esercitavo ha cambiato dimensione: da ossessione sul boccone in più o sul km in meno è diventato disciplina.

Disciplina che niente era se non amore per me.

Se mangiavo la frittura per non sentirmi diversa e poi stavo male perché in realtà non ne avevo affatto bisogno, ero già paga anche senza, rinnegavo me stessa.

Se facevo un km in meno durante l’allenamento o addirittura lo saltavo per cause di forza maggiore, stavo male solo perché mi mancava qualcosa ma non per senso di colpa.

Finalmente avevo capito di aver trovato equilibrio.

Quell’equilibrio me lo ha dato la consapevolezza di essere certa che la situazione non mi sarebbe mai più potuta scappare di mano.

Perché la mia vita è così. Io vivo con coerenza. Il mio stile di vita è piacevole, sereno, pulito, tranquillo, rilassato.
Non è difficile da mantenere.
Non devo stra fare o stra limitarmi.
Devo solo vivere come mi piace e talvolta usare disciplina.

Esempio: sono stanca. Non ho voglia di allenarmi. Però so che se lo faccio, recupero energie e do di più dopo. Allora vado e faccio.

Un po’ come quando metti in ordine i cassetti. Vorremmo morire piuttosto ma sappiamo che soddisfazione si prova nel trovare al primo colpo le mutande ????.

Oppure quando dovremmo fare la doccia e ci addormentiamo sul divano svegliandoci puzzolenti la mattina dopo e ci pentiamo di non aver dormito pulite e profumate.

L’ossessione si manifesterebbe nel caso in cui davvero siamo stremate, la corsa o l’allenamento forzato ci porterebbero le energie a meno di zero.

Ma quelle sono cose che insegna l’esperienza. Prima dobbiamo provare i limiti del nostro corpo. Fare test e grazie all’amore verso di lui, capire se dobbiamo averne cura lasciando che riposi o se invece gli farebbe meglio muoversi.

Dobbiamo ascoltarci con amore tenendo sempre presente che abbiamo a disposizione un solo corpo e se vogliamo fare più cose possibili, dobbiamo davvero averne cura.

Ricordiamo che l’allenamento è fatto sì per trovare una bella armonia di forme, ma serve anche ad allenare il corpo a essere più attivo, resistente, funzionale alla vita quotidiana.

Se lo nutriamo in maniera corretta, equilibrata, sana, se lo alleniamo con passione, amore, rispetto lui ci ringrazierà regalandoci energia a valanghe e salute.

Tutto questo gioverà alla mente che sarà più lucida e serena.

Sicuramente sono agevolata dal fatto di saper sempre cosa fare e come comportarmi in caso di emergenza o se il mio corpo fa le bizze e ingrassa quando non c’è motivo.

Insomma la conoscenza mi aiuta.

Per questo esistono gli specialisti no?

L’ossessione cessa quando con intelligenza e razionalità rispettiamo il nostro essere e di conseguenza il nostro corpo.

Non accade in un giorno.

Non accade in una settimana.

È un percorso che inizia con un passo:

DA OGGI MI AMO

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