Essere donna nel 2018 significa avere una vita dura.
Significa dover combattere ogni giorno con noi stesse e con la società.
Essere donna significa avere sempre un sottofondo di paura.
Avere paura di essere una donna forte, perché quando ci mostriamo troppo femminili, curate, ben vestite, troppo sicure, troppo intelligenti, accade che ci troviamo sole.
Veniamo respinte dagli uomini perché mediamente hanno più interesse ad avere una donna più debole è malleabile, diciamo pure da sottomettere e governare.
Non voglio offendere il sesso maschile. Credo sia una loro caratteristica primordiale.
Addirittura ci insegnano le nonne e le madri, a fare le finte stupide e ad essere accondiscendenti per avere un uomo accanto e farlo riuscire a tenerlo.
“Tanto noi sappiamo chi siamo”. Vero, ma noi vogliamo un uomo che ci vuole per chi non siamo? Vogliamo farci fesse per far fesso il nostro vicendevolmente?
Capita anche di essere additate come quelle che ci credono troppo: “Chi si crede di essere? Cosa pensa di ottenere con…?”.
Se ci piace lavoratore e ci dedichiamo tanto al lavoro, non va neve perché siamo pessime madri o amiche. E comunque ci dicono che non arriveremo mai da nessuna parte. Anzi, perderemo tutto.
Se adoriamo essere madri e rinunciamo a qualche uscita perché vogliamo passare tempo con i nostri figli, non va bene. Siamo madri fissate.
Se ci piace vestire bene siamo frivole, tutt’apparenza e spendaccione.
Se troviamo benessere nel fare sport, tenerci in forma, curare alimentazione, salute ed aspetto estetico, diventiamo immediatamente pazze. Quelle sempre a dieta, fissate, quelle che si sentono dire machitelofafare!
Se ci vestiamo leggermente più sexy, facciamo un sorriso, ci mostriamo gentili con un uomo, diventiamo donne facili o donne alla caccia.
Essere donna vuol dire avere paura anche di fare figli perché poi perderemo il lavoro, non saremo più in grado di competere con colleghi maschi dato che non hanno “il problema” (che in realtà sarebbe un ONERE E ONORE DI PREGIO), di dovere partorire e accudire un figlio appena nato.
Allattare, stagli accanto se si ammala, avere poi un 40% della testa che lavora h24 sempre nella direzione per “figli”.
Si è un nostro difetto è vero: a differenza di un uomo noi non stacchiamo mai la testa. Fatichiamo a differenziare. A chiudere in compartimenti stagni. Però in tutto ciò che facciamo c’è spesso cuore.
Spesso però nella direzione sbagliata.
Raramente il cuore e l’amore lo rivolgiamo a noi stesse perché ci hanno insegnato che bisogna stendere, sbattere i tappeti, pensare al marito, ai figli, ai suoceri, ai genitori, ai nonni, alle commissioni, al cane…
Poi fatto tutto questo arriviamo noi. Che forse riusciamo a farci una doccia con un minimo di calma. Unico momento del giorno dedicato ad un accenno di SELFLOVE.
Abbiamo paura di non essere abbastanza in tutte le direzioni. Io ancora posseggo questa terribile paura.
Ma inizio a pensare che sia meglio averla. Così continuo a combattere e lottare il triplo. A lavorare più che posso. A mettere anima e cuore in tutto: famiglia, lavoro, sport.
La paura aiuta a non tirare mai i remi in barca e a splendere se non ci lasciamo limitare però.
Perché a volte capita che la paura ci blocchi totalmente. E noi diventiamo ancora meno noi stesse.
Dovremmo smettere di metterci maschere e avere il coraggio o meglio, abbastanza amore verso noi stesse, da accettarci come siamo senza smettere di migliorarci ovviamente.
Per iniziare il processo di miglioramento, necessariamente dobbiamo partire dalla presenza di coscienza e accettazione di chi siamo, chi eravamo, chi vogliamo essere.
A che punto siamo della nostra vita.
Se ci piace.
Dovremmo sempre sempre sempre sentirci in diritto di essere noi stesse.
Magre, grasse, belle, meno belle, casalinghe, lavoratrici, donne in carriera, madri, “meno madri”, viaggiatrici, single, accoppiate, amanti…
Accettiamo ed amiamo noi, soprattutto nei difetti e scopriremo un mondo nuovo.
Fatto di più colori e meno ansia.
Fatto di luce e positività.
Dal momento in cui saremo un po’ più permissive e buone mei nostri confronti, sapremo perdonarci, sentirci meno colpevoli, sentirci in dovere sempre di tutto, smetteremo di essere in guerra e incavolate col mondo e nulla sarà più così incisivo per noi quanto la ricerca del benessere.
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