Per vivere bene bisogna amare la fatica

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Non c’è nulla da fare: per vivere bene bisogna fare fatica.

Finché non capiremo o meglio, proveremo gli effetti della fatica su di noi in toto, non potremo appassionarci alla vita vera in tutte i suoi risvolti più o meno belli.

Appassionarci è indispensabile per far sì che una cosa resti nella nostra vita per sempre.

La nostra testa, il nostro corpo, il nostro modo di vivere le giornate e le emozioni, cambieranno dopo che saremo entrate in intimità con la fatica.

Capiremo che non è da rigettare, non è da detestare, non è da evitare.

So che penserete io sia matta.

Ma chi lo ha già provato sa benissimo ciò di cui parlo.

Guadagnarsi le cose accettando il fatto che vivere richiede costantemente fare fatica, è già un’ottima strategia per smettere di cercare espedienti e scorciatoie che ci riporteranno al punto di partenza se non più indietro.

“Beh ora vado al ferie, ci penserò al mio ritorno a rimettermi in forma!”
“Dai questo week end faccio stravizi poi da lunedì…”
“Ho lavorato come una pazza questa settimana, direi che io possa concedermi di fare meno per un po’.”
“Che vuoi che sia un biscotto?”
“Quelle sono matte a correre e ad andare in palestra, io faccio una bella lipo, prendo il mio frullato sostitutivo per 3 mesi e sono più in forma di loro!”
“Nooo ma è sempre lunedì, lavoro, lavoro lavoro…meno male che fra 3 mesi è Natale e Dio salvi il venerdì!”

Ecco quali sono i pensieri che ci portano a vivere tutto come un peso.

Pensare di avere via di scampo facile alla nostra vita. Spesso la individuiamo in una vacanza, o in un passaggio di anno (anno nuovo vita nuova), oppure in un furbesco stratagemma per arrivare prima ad un risultato.

C’è chi vive così.

Però sono certa nessuno sia soddisfatta.

L’ho fatto anche io.

Cambiavo continuamente lavoro sperando fosse più facile, bello, divertente, meno impegnativo ma in realtà mi trovavo sempre punto e a capo, se non più indietro.

Non riuscivo ad accettare il fatto che io dovessi necessariamente fare determinate cose per ottenerne altre.

Non riuscivo ad accettare di essere imprigionata per 8 ore al lavoro, oppure credevo che allenandomi ogni giorno avrei potuto mangiare tutto ciò che volevo, oppure credevo che bastasse dedicarsi ad una persona un giorno e capare di quella rendita per un po’.

Credevo che un giorno mi sarei svegliata senza problemi e sarei stata a posto a vita.

Credevo che un giorno avrei trovato un uomo ricco, buono e bravo che mi avrebbe risolto i problemi e così avrei potuto smettere di faticare e soffrire.

Sapete perché ragionavo così? Perché io in realtà la fatica non la conoscevo. Conoscevo la sofferenza data da una vita brutta e difficile ma è ben diverso dal mettersi in gioco e starci.

Mi buttavo in esperienze, cercavo in ogni modo di tirarmi fuori dalla mia situazione, ma mollavo.

Alla prima difficoltà cambiavo strada.

Così perdevo tutto ciò che avevo ottenuto in cambio di una cosa nuova, pulita, facile, ma…poi tornavo al punto di dover faticare perché funziona così!

Infatti ho trovato l’uomo che mi sollevasse dai problemi, ma è stato un Inferno. Mai stata più prigioniera di così nella mia vita.

Troppi compromessi, regole, ricatti morali. Io ero una donna senza prospettive e senza una dimensione mia.

Non realizzavo nulla se non qualche torta, casa in ordine, figlio sereno…ma io?

Io avevo sbagliato scelta. Ho scelto la strada facile in quel momento senza pensare al futuro.

Spesso, quando scegliamo, ci dimentichiamo di pensare a quali ripercussioni avremo nel bene o nel male tipo dopo…5 anni.

Mangiamo da cani tutti i giorni tanto siamo giovani e magre…ma fra 5 anni come la mettiamo?

Scelgo un uomo che ORA fa al caso o comodo mio, ma come la mettiamo quando le circostanze cambiamo e iniziano i problemi?

Non faccio sport, tanto ho tempo per rimediare…ma poi il tempo passa, invecchiamo, perdiamo verve e…rimaniamo sul divano.

Ecco.

Sapete cosa da una svolta vera e permanente alla vita?

Scegliere sempre la fatica.

Ho iniziato a capire cosa significasse fare fatica con lo sport.

Avevo paura eh. Avevo paura di morire. Di essere troppo stanca. Di ammalarmi. Che mi succedesse chissà che.

Inoltre semplicemente davo per scontato che non si dovesse faticare.

Poi, ho deciso. Non so come spiegarlo.

Ho sentito che se mi fossi data, se messo dato tanto di me e delle mie energie nel fare, se avessi appunto fatto FATICA, avrei ottenuto per forza qualcosa.

Come un fioretto. Come un pellegrinaggio. Come un “do ut des”. Un patto con l’universo.

Quindi ho iniziato a spingere di più nello sport. Fare di più. Sudare nel fare tutte le cose. Mettere energia in tutto.

Da lì è stato amore.

A parte il fatto che il mio corpo realmente cambiava, quindi già questo mi motivava, cioè dava proprio ragione alla mia visione da pazza, cambia la mia testa.

Entravo sempre più in intimità con me, i miei pensieri, iniziavo a capire la mia verità e quanto fosse importante essere oneste con se stesse.

Capivo quanto fosse stato deleterio e improduttivo raccontarmela per tanti anni e nascondermi con maschere al mondo.

Insomma iniziavo a conoscere la Bea. Il suo funzionamento interiore, i suoi pensieri nascosti, i suoi gusti, il suo corpo…

Più faticavo più mi conoscevo.
Più mi esponevo, più ottenevo.
Più disciplina mettevo, più libertà guadagnavo.
Più stavo nella stessa strada accettando e affrontando i dolori e le fatiche, più le soddisfazioni arrivano.

E arrivavano anche i cambiamenti veri. Consistenti. Permanenti. Utili.

La mia forza cresceva, così come la mia volontà.

Cresceva la mia autostima facendo sì che io iniziassi a credere che potevo avere di più in tutti gli ambiti della vita, continuando a faticare con passione ed impegno.

Così sono arrivata ad oggi.

Ho un blog nato per scelta estemporanea.

Ho un figlio nato da un matrimonio che è finito.

Ho un lavoro che amo.

Ho la vita che sognavo.

Ora ho altri sogni quindi dovrò faticare ancora di più!

3 Commenti

  1. Monica

    È meraviglioso l’articolo BEA, perché parla di una catarsi che è stata anche crescita personale nella consapevolezza…tanto cammino e tanta tanta fatica che io comprendo appieno ed apprezzo profondamente. Tanti tantissimi complimenti, resto sempre affascinata e rapita dai tuoi racconti, dal tuo indagare così profondamente l’animo umano e grazie, a me sei sempre da sprone, ti seguo sempre e ti stimo molto !!! Sei una stupenda creatura !!!

  2. Anna

    Letto tutto d’un fiato. Articolo vero e stupendo, hai colto nel segno. Immediatamente ho pensato a quando ho voluto prendere il secondo diploma di maturità in ragioneria, fatto in un anno di scuole serali mentre lavoravo a tempo pieno come impiegata. Quanta fatica…ma quanto orgoglio e amore verso quel traguardo raggiunto. Non era solo un secondo diploma, era la mia rivincita su una scelta sbagliata fatta in passato a causa delle mie insicurezze, la mia rivincita su chi pensava che fossi la stupidina della famiglia, la prova verso me stessa che sono in gamba e intelligente. E poi tutte le altre scelte…tanta fatica, un passo alla volta e tanta, tanta soddisfazione oggi. Mi permetto di dirti che ci sento simili, ti ammiro e ti stimo. A presto!

  3. Anonimo

    Bea l’immagine di sfondo è bellissima mi ha ricordato il libro che ho letto su Samia ..la ragazza Somala ????

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